La decisione da parte di Google di classificare in maniera automatizzata le email promozionali, relegandole in un tab apposito, mandò nel panico gli email marketer di tutto il globo.
Le reazioni isteriche iniziali, comprese quelle di chi tentava di scovare trucchi per trarre in inganno il filtro, con scarsi o nulli risultati, lasciarono presto spazio a inviti più o meno blandi ai propri utenti, perché spostassero le email giunte nel tab promozioni, oppure perché aggiungessero il mittente alla propria rubrica.
La strada che una email percorre dal momento in cui viene inviata a quello in cui viene letta dal destinatario è piena di ostacoli: i filtri antispam, al contrario di quello che si potrebbe pensare, possono essere molteplici, ed anche essere gestiti da chi spedisce il messaggio per vostro conto.
Proviamo ad analizzare i passaggi effettuati quando spediamo il messaggio tramite webmail o tramite MSA (mail-submission-agent, ovvero il mail server del nostro provider o comunque il server SMTP che usiamo per l’invio):
L'incubo di tutti gli email-marketer è vedere le proprie, preziosissime, comunicazioni finire in SPAM.
Abbiamo già detto più volte che ogni provider di posta adotta proprie tecniche, per ovvi motivi segrete, per classificare ciò che all'utente interessa e ciò che invece, secondo lui, è pura informazione commerciale non richiesta.
Un po’ come incrociare i flussi. Non è -solo- questione di legalità, per quanto le norme italiane sulla privacy e sul consenso al trattamento dei dati personali parlino piuttosto chiaro, è innanzitutto una questione di opportunità e di efficacia.
Partiamo dal concetto di SPAM: per SPAM si intende una comunicazione [commerciale] indesiderata, non richiesta.
Dal pomeriggio di Martedì 12 marzo fino a metà del 13 marzo il nuovo servizio email di Microsoft Outlook.com ha avuto dei malfunzionamenti. I server accettavano correttamente le email e non ci risulta ci siano stati problemi nella consegna delle email, ma alcuni utenti non riuscivano ad accedere alle proprie caselle.
L'unico problema che potreste aver notato, quindi, è un lieve calo nei tassi di apertura e clic da parte degli utenti Hotmail. (che ricordiamo, in una lista consumer possono essere tranquillamente il 10% del totale o più!).
Risale ad un paio di settimane fa la prima condanna penale per trattamento illecito di dati personali.
L'amministratore delegato e il reponsabile del trattamento dei dati personali della società Buongiorno Vitaminic sono stati infatti condannati a 9 mesi di reclusione.
La vicenda risale al 2001 quando Clever stipulò un contratto con Buongiorno per l'invio della newsletter FuorissimoDay a circa 500.000 utenti che avevano richiesto la newsletter sul sito fuorissimo.com.
Il gestore di Clever aveva accusato Buongiorno di aver continuato ad inviare email a 180.000 di quegli utenti per pubblicizzare prodotti di Buongiorno Vitaminic.
Ebbene sì, i postmaster statunitensi fanno il loro lavoro in una maniera molto più aperta ed apprezzabile rispetto ai nostri connazionali. "Perchè?" mi chiedo...
Innanzitutto AOL ha due persone, con nomi e cognomi (Annalivia Ford e Christine Borgia) che scrivono un blog intitolato "Aol Postmaster" dove chi è interessato alla deliverability e in generale ai rapporti con la posta aol può rimanere informato. Non esiste altro blog similare, ma negli States possiamo almeno trovare blog relativi ai servizi di webmail, AOL Mail blog, Gmail blog, Windows Live Mail blog (aka MoreThanMail), Yahoo Mail blog.
Google ha recentemente pubblicato un report che riporta l'andamento dello spam ricevuto da google. La rete antispam di Google, gestita da Postini, elabora oltre 3 miliardi di connessioni al giorno.
In particolare, mentre il volume di spam ricevuto per utente è rimasto circa costante in questi anni, il numero di virus propagati via email sembra aver raggiunto in questa seconda parte del 2009 uno dei periodi più floridi mai visti.
Ecco l'andamento del numero di email di spam identificate per utente negli ultimi mesi:
E questo invece il numero di email trasportante virus per utente negli ultimi 2 anni:
Con una semplicissima "ricerca" possiamo effettuare numerose verifiche su un determinato IP o hostname, senza dover ricorrere a decine di servizi differenti. Ecco un elenco dei "comandi" utilizzabili nel SuperTool: