Normative, tecniche, ragionamenti sulle pratiche di creazione di una base utenti (raccolta dati), sul trattamento dei dati e sulle tecniche di comunicazione lecite ed efficaci.
Parlando di email, con il termine SPAM si indica genericamente una comunicazione massiva di tipo promozionale non richiesta dal proprietario della casella di posta.
L’aumento esponenziale di questo tipo di traffico promozionale con il diffondersi della connettività internet ha portato sia i fornitori di servizio email, sia i governi a correre ai ripari per tutelare i propri clienti e i propri cittadini. Chi invia comunicazioni commerciali ai propri clienti deve dunque stare attento a due aspetti fondamentali:
Prima della pausa festiva ci eravamo lasciati condannando, per l’ennesima volta, l’acquisto di liste di email; dunque, se le email non si possono comprare, devono essere acquisite in altra maniera.
Esistono attualmente solo due touchpoint “digitali” per il permission marketing imprescindibili ed univoci: email e numero di telefono. Ottenere il permesso di contattare qualcuno direttamente alla sua casella di posta equivale a conquistarsi un canale di comunicazione senza intermediari, sempre disponibile e a costo contenuto.
In tutte le cartelle è stato inserito un link tramite il quale sarà possibile visualizzare le sole email provenienti da mittenti conosciuti, mittenti che sono nella rubrica dei nostri contatti. In questo modo, penso, Yahoo cerca di incentivare i propri utenti ad usare la rubrica poichè questo sistema permette ai filtri antispam di evitare il più possibile falsi positivi e permette a Yahoo di "allenare" i filtri antispam e aggiornare i dati di reputazione, cuore del sistema antispam.
Newsletter.it, uno dei più noti servizi italiani di invio newsletter, permette a chiunque di creare una propria newsletter in maniera completamente gratuita. Come ho già spiegato in precedenza, questi servizi gratuiti spesso si riservano la possibilità di inviare proposte commerciali proprie o di terzi agli utenti che si iscrivono alle newsletter, e Newsletter.it è uno di questi.
Bisogna riconoscere a Newsletter.it il fatto di esporre correttamente l'informativa della privacy ed informare gli utenti e coloro che si iscrivono per utilizzare il loro gestore di newsletter di questo fatto, ma sappiamo come l'italiano medio non legga mai le condizioni di servizio e si preoccupi della privacy solo quando subisce i danni di una violazione.
Per questo motivo, da iscritto ad alcune di queste newsletter, ci tengo a condividere la mia esperienza in modo che chi decide di utilizzare servizi gratuiti cerchi di capire meglio possibile cosa significa gratuito e quali possono essere le implicazioni.
Anche se i dati sono estratti dalle Pagine Gialle o dai registri pubblici, quando si usano sistemi automatizzati è obbligatorio acquisire prima il consenso dei destinatari. Continua l'azione del Garante contro lo spamming e il marketing disinvolto. L'Autorità ha vietato l'ulteriore trattamento illecito dei dati personali a cinque società che inviavano pubblicità tramite fax e posta elettronica senza il preventivo consenso degli interessati.
Approfondisco l'argomento consenso nel b2b rispondendo alla seconda domanda che veniva posta da Elena:
se sì, tale invio può essere fatto su liste anche raccolte da elenchi pubblici, fermo restando che le liste stesse non sono in alcun modo archiviate in azienda nè vengono fatti ulteriori invii al primo di richiesta consenso?
Colgo l'occasione di una recente discussione avvenuta su Mlist per affrontare l'argomento dell'invio email nel settore business.
La domanda posta era:
è possibile inviare una mail che riporti unicamente il settore di attività e tipologia servizi per chiedere il consenso all'invio di ulteriore materiale e/o promozioni?
Sul Bollettino del Garante della Privacy del n. 39/maggio 2003 si legge chiaramente, a proposito della richiesta di consenso:
Spesso capita, nell'utilizzare servizi gratuiti, di non essere completamente consapevoli di quali siano le particolarità delle condizioni di servizio.
Proprio pochi giorni fa commentavo su "blog info 360" proprio questioni di privacy legate all'uso di un servizio di invio newsletter ed ho perciò deciso di scrivere un articolo sui servizi italiani e le principali differenze di funzionalità e limiti.
Quasi tutti i servizi, infatti, prevedono di inviare messaggi DEM (pubblicità) direttamente agli iscritti alle vostre newsletter. In alcuni casi i vostri iscritti potrebbero ricevere più messaggi pubblicitari del gestore del servizio di newsletter gratis che vostre newsletter e di conseguenza potrebbero preferire non ricevere più i vostri contenuti.