Con buona pace di tutti gli email marketer, esiste una massima sempre e comunque vera:
"Solo chi riceve l'email può decidere se è spam o no"
Questo a prescindere da ogni tipo di double opt-in, landing page, o strategia di lista: se l'email che inviamo viene percepita come non richiesta, non interessante, inutile, non pertinente, è spam.
Proprio basandosi su questo assunto alcuni filtri (Cloudmark, ad esempio) usano direttamente le segnalazioni di abuso per compilare le loro blacklist.
Microsoft, con il suo programma Spam Fighters, si spinge un po' più in là, tentando di istruire il suo sistema esperto antiSpam con la collaborazione di un vasto campione dei propri utenti.
L'idea base è semplice: se vieniamo estratti e accettiamo di aderire al programma, il sistema ci mostrerà vecchie nostre email (scelte a campione tra quelle in posta in arrivo o in spam, indifferentemente) e ci chiederà cosa ne pensiamo - è spam, non è spam.