Con buona pace di tutti gli email marketer, esiste una massima sempre e comunque vera:
"Solo chi riceve l'email può decidere se è spam o no"
Questo a prescindere da ogni tipo di double opt-in, landing page, o strategia di lista: se l'email che inviamo viene percepita come non richiesta, non interessante, inutile, non pertinente, è spam.
Proprio basandosi su questo assunto alcuni filtri (Cloudmark, ad esempio) usano direttamente le segnalazioni di abuso per compilare le loro blacklist.
Microsoft, con il suo programma Spam Fighters, si spinge un po' più in là, tentando di istruire il suo sistema esperto antiSpam con la collaborazione di un vasto campione dei propri utenti.
L'idea base è semplice: se vieniamo estratti e accettiamo di aderire al programma, il sistema ci mostrerà vecchie nostre email (scelte a campione tra quelle in posta in arrivo o in spam, indifferentemente) e ci chiederà cosa ne pensiamo - è spam, non è spam.
Questo approccio ha il vantaggio, rispetto a quello "delatorio" di Cloudmark, di raccogliere anche - e sostanzialmente con la stessa facilità - segnali positivi, aiutando il sistema non solo a riconoscere le email "cattive", ma anche quelle "buone".
Outlook.com (che ora riunisce tutti i vecchi servizi free di Microsoft, come Live e Hotmail) utilizza un sistema di reputazione degli indirizzi IP di spedizione e un sistema di analisi e catalogazione delle email chiamato Smartscreen, basato su tecnologie di apprendimento automatico.
Per perfezionare costantemente i risultati dei propri filtri antispam, Microsoft estrae a caso fra i suoi utenti i potenziali partecipanti al programma e invia una comunicazione di opt-in.
La partecipazione è dunque su base casuale, non è possibile proporsi, ma è necessario confermare la volontà di partecipare al programma (dal quale è possibile uscire in qualsiasi momento). In questo recente articolo, Terry Zink, uno dei responsabili della sezione Antispam in Microsoft, spiega piuttosto chiaramente il funzionamento: una volta accettato l'invito l'utente comincerà a ricevere, da parte del programma stesso, circa una email al giorno, ripescata dal proprio flusso di email (quindi non verranno mai proposte email riservate ad altri).
Le email avranno alcune caratteristiche:
- saranno scelte in maniera casuale
- potranno essere email massive, transazionali, newsletter
- potranno essere email evidentemente spam
- potranno essere email evidentemente NON spam
- potranno essere email di natura dubbia
- potranno essere riproposte più volte alla valutazione
L'email avrà in testa un header comprendente gli strumenti di valutazione - due grossi pulsanti "NON è SPAM", "È SPAM" - e di seguito il messaggio originale, comprensivo di mittente, oggetto e data di ricezione originale.
Il sistema estrarrà dall'email diversi elementi significativi - indirizzi IP di spedizione, mittente, oggetto, parti del testo, link - e li assocerà alla valutazione effettuata.
Da una parte questa valutazione finisce con l'alimentare il sistema di reputazione degli indirizzi IP di spedizione (parte ancora fondamentale nella lotta allo Spam), dall'altra fornirà dati utili a Smartscreen per migliorare le proprie prestazioni, limitando i False Positive e intercettando sempre più SPAM.
Zink afferma anche che l'operazione di valutazione è completamente slegata dal sistema standard di segnalazione di abuso di Outlook.com (cioè il meccanismo che si innesca quando marchiamo come SPAM una email nel momento stesso in cui ci arriva): questo significa che la valutazione di una email riproposta dal programma Spam Fighters non avrà alcun riflesso immediato sulla nostra casella di posta, sia in positivo, sia in negativo.
Quindi se vogliamo mettere in spam una certa email o ripescarla dalla suddetta cartella, dovremmo agire con gli strumenti standard forniti dalla piattaforma.
Quello che non è chiaro - o almeno non è esplicitamente dichiarato - è se la valutazione come SPAM all'interno del programma Spam Fighter inneschi o meno il processo di Feedback Loop verso l'ESP.
Teoricamente questo processo di valutazione su base casuale dovrebbe portare il sistema a risultati sempre migliori e ci pare che abbia basi piuttosto solide; allo stato attuale quello che notiamo è una certa instabilità dei filtri Microsoft, con comportamenti non sempre coerenti, specie su invii massivi piccoli o medi.
Aggiungi un commento