Sono passati quasi 3 mesi dall'annuncio di IOS15 e le sue novità in termini di privacy: vediamo qui quali altre informazioni abbiamo, in attesa della presentazione dei nuovi iPhone che dovrebbe avvenire fra pochi giorni, con i quali arriverà anche il lancio ufficiale di IOS15.
La prima cosa ad essere più chiara è che le nuove funzionalità verranno proposte all'utente all'apertura del programma di posta e l'utente potrà scegliere tra due opzioni "proteggi l'attività email" "non proteggere l'attività email": è facile capire che di fronte ad una domanda di questo tipo il 99% degli utenti sceglierà "proteggi".
Passiamo ora ad una revisione di aspetti più tecnici, di ciò che abbiamo rilevato.
Come vengono fatte le richieste?
- Le richieste vengono fatte dall'applicazione Apple Mail direttamente sul telefono (o ipad, o mac) su cui gira
- L'applicazione deve essere aperta, anche se in background, altrimenti non viene fatto lo scaricamento
- Le risorse vengono richieste esattamente come se l'email fosse visualizzata su quel dispositivo: eventuali media queries e contenuti condizionali risponderanno quindi in maniera dipendente dal dispositivo.
- Lo scaricamento automatico delle risorse può avvenire pochi minuti dopo la ricezione o parecchie ore dopo, non abbiamo individuato una regola.
- Se l'utente apre l'email prima che sia stata scaricata in automatico allora le risorse verranno richieste in quel momento, ma allo stesso modo delle richieste automatizzate, e quindi in modo indistinguibile.
- Le risorse per le email nella cartella Spam non vengono scaricate in automatico
- La carica di batteria e il tipo di connessione influiscono sui tempi, o la frequenza, di scaricamento automatizzato
Come riconoscere le richieste?
Come annunciato da Apple le richieste delle risorse vengono "anonimizzate" tramite una rete di proxy: abbiamo rilevato che le richieste usano tutte lo useragent "Mozilla/5.0" senza ulteriori dettagli, che, per quanto generico, è uno useragent che non è attualmente in uso da parte di altri strumenti.
Inoltre abbiamo rilevato che la stragrande maggioranza delle richieste avviene tramite CDN di Fastly, CloudFlare e Akamai ma una piccola percentuale sembra arrivare da normali IP degli utenti. L'elenco degli IP dei proxy usati da Apple dovrebbe essere questo.
Quindi?
Quindi ormai è chiaro che questa funzionalità rivoluzionerà l'email marketing: al momento nessun fornitore di strumenti di invio si è sbilanciato per spiegare se e come gestirà questa novità.
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