14 Ott 2021

Apple Mail Privacy Protection: cosa cambia per i mittenti?

Sono passate ormai 3 settimane dal lancio ufficiale di IOS15 e quindi dalla progressiva diffusione della nuova funzionalità di Mail Privacy Protection di Apple e cominciamo a vedere numeri "rilevanti": oltre i 10% delle aperture rilevate dai mittenti è riconducibile ad aperture automatiche di questo nuovo sistema, del quale abbiamo visto alcuni dettagli tecnici il mese scorso.

Ormai è chiaro a tutti che mentre fino ad oggi una email rilevata come aperta era, con ogni probabilità, stata vista dal destinatario, da oggi questa cosa non sarà più vera, o almeno non lo sarà per tutti.

Do not track

Non è invece ancora chiaro se e come i fornitori di strumenti di invio intendano gestire le richieste di Apple, ne riparleremo in fondo all'articolo, per ora parliamo di quali effetti bisogna aspettarsi in termini di misurazione delle proprie campagne:

Open-rate

L'open rate sarà drasticamente influenzato da se e come lo strumento gestirà le aperture automatizzate. Se le considererà aperture a tutti gli effetti allora l'openrate salirà molto e il rapporto tra clic e aperte calerà, ma questo non potrà essere preso come un miglioramento dell'efficacia della propria campagna! Al contrario se il fornitore deciderà che le aperture automatizzate non sono reali aperture allora l'openrate ne risenterà negativamente.

Geolocalizzazione

La geolocalizzazione delle aperture era già poco utile in passato, prevalentemente per via del proxy utilizzato da Gmail per tutti i suoi utenti che venivano così geolocalizzati in California ovunque si trovassero, ma ora si aggiungerà anche Apple e la sua grossa fetta di utenti a prevenire tale possibilità. Nel caso del sistema di Apple le aperture non risulteranno tutte dagli Stati Uniti come quelle di Gmail, ma comunque risulteranno molto approssimative. Abbiamo già rilevato che la maggior parte delle richieste di utenti italiani arrivano effettivamente da proxy geolocalizzati in Italia, ma varie risultano da Francia o altri paesi europei.

Riconoscimento dei dispositivi

In questo senso è possibile riconoscere che questi scaricamenti automatici di Apple sono appunto parte di quella funzionalità di Apple e quindi identificare che chi fa quelle richieste è un utente Apple: non è però più possibile, almeno non guardando lo useragent (come viene fatto dagli strumenti di statistica) capire se si tratti di un iPhone, di un iPad o di un Mac e quale modello/versione.

In pratica le statistiche sui dispositivi di invio di una campagna, per gli strumenti che le forniscono, diventeranno qualcosa tipo: 30-40% di aperture da parte del proxy di Gmail, 30-40% di aperture da parte del proxy di Apple e briciole lasciate agli altri singoli dispositivi/programmi riconosciuti in maniera puntuale.

A/B testing su openrate

Siamo molto critici sull'uso dell'A/B testing nell'email, ma è importante prendere atto che fare A/B testing sulla base di aperture che potrebbero essere automatizzate da un programma di posta diventa del tutto problematico. Si può continuare a farlo su clic o meglio su conversioni, ma in questo caso i numeri diventano molto più piccoli e probabilmente non statisticamente rilevanti e rischiano di farci fare le scelte sbagliate.

Automation basato su aperture

Se usate strumenti di email automation in cui la sequenza di email ricevute dipenda dalle interazioni (o mancate interazioni) sulle email ricevute bisognerà assicurarsi di rivederle completamente, anche in base a come il vostro strumento considera le aperture automatiche di Apple Mail.

Ma cosa fanno i fornitori di strumenti di invio ?

Al momento la maggior parte dei fornitori non si è espressa. Abbiamo controllato puntualmente Mailchimp e Mailup, come player di riferimento rispettivamente del mercato internazionale e del mercato italiano ma al momento hanno solo pubblicato articoli che spiegano le novità introdotte da Apple e gli effetti che avranno, ma non hanno fatto intendere che sono previste modifiche alle rispettive piattaforme.

Gli unici, al momento, che hanno fatto adeguamenti o quanto meno ne hanno annunciati sono, in ordine alfabetico:

  • Magnews spiega che dal 6 ottobre non conteggia più le aperture automatizzate come aperture e che il prossimo 18 novembre pubblicherà ulteriori aggiornamenti per stimare le aperture reali.
  • Sendinblue dice che escluderà le richieste dai proxy di apple dal calcolo del tasso di apertura (open rate), che non farà in quei casi il trigger dell'evento di apertura per gli scenari di marketing automation e che fornirà un tasso di apertura stimato ( l'articolo è del 14 settembre, ma non parla di date )
  • VOXmail ha pubblicato una news ieri in cui dice che dal 15 settembre rileva le richieste da parte del nuovo sistema Apple ed evita di classificarle come aperture, ma piuttosto le definisce "Precaricamenti" e dal 12 ottobre fornisce anche una stima di aperture che tiene conto dei precaricamenti, un conteggio dei destinatari per i quali è stato rilevato un precaricamento e la possibilità di individuarli facilmente, oltre che filtri specifici per identificare contatti in basa alla data dell'ultima newsletter che abbiano ricevuto e per la quale sia stato rilevato un precaricamento. Spiega poi che per alcune funzionalità (stanchezza, reputazione), i precaricamenti vengono già considerati in maniera speciale (non sono aperture, ma non sono nemmeno email "non aperte": una via di mezzo)

E voi, che piattaforma usate? Informatevi subito sul vostro strumento di invio per capire se riconosce le aperture automatiche (precaricamenti) e come le gestisce, e magari, già che ci siete, fatecelo sapere così aggiorniamo questo articolo!

Sarà interessante vedere se gli altri player seguiranno la strada segnata da VOXmail, Sendinblue, Magnews o se, invece, resteranno sulla posizione di considerare le aperture automatizzate alla stregua delle aperture reali o se qualuno troverà soluzioni alternative!

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