Sono un po' stufo di leggere articoli che suggeriscono di inviare email senza usare la parola FREE o di non usare altre determinate parole (inglesi) nel contenuto dei messaggi per migliorare la deliverability e sono piacevolmente sorpreso, quindi, di leggere il post di Giovanni sul suo neonato marketing-web.it, nel quale spiega come l'architettura d'invio sia oggi giorno il fattore più importante nella deliverability optimization.
Agli aspetti trattati nel post aggiungo che uno dei fattori che influisce sulla deliverability e che rende quasi obbligata la scelta di un Email Service Provider piuttosto che l'uso di soluzioni "in house" è il volume di email spedite e la costanza nel tempo di questo volume.
Purtroppo è molto difficile stabilire a priori quale potrà essere la deliverability e quanto le varie tecniche utilizzate (SPF, DKIM, Domain Throttling...) influiscano sulla reale deliverability e quindi il mio consiglio è quello di metterli alla prova! Prima di scegliere il vostro partner tecnologico mettetelo alla prova e confrontate i risultati!
Fate inoltre attenzione che la deliverability rimanga inalterata tra la prova e i successivi invii! Innanzitutto potrete verificare e tenere sotto controllo la reputazione dell'IP dal quale è stata spedita la vostra email, tramite i servizi elencati qui.
Per finire aggiungo che non sono molto d'accordo sul fatto che le certificazioni permettano il "top in fatto di deliverability", soprattutto se il vostro target è prettamente italiano. L'italia è un mondo a se, e non mi risulta che quelle certificazioni influiscano sul tasso di consegna a Libero ed Alice, i due principali fornitori di caselle di posta elettronica gratuite in Italia. Ma le piattaforme dei vari provider sono in continua evoluzione e quindi se qualcuno ha informazioni su quali siano i filtri utilizzati da questi provider e quali certificazioni siano "considerate" dagli stessi sono molto ben accette.
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