29 Giu 2016

Aiuto, il mio IP/dominio è in Blacklist!

Per anni il terrore sacro di chiunque si occupasse di email marketing era quello di venire "blacklistato": aldilà dell'orribile anglicismo, il termine si riferisce alla possibilità che il proprio ip di spedizione, oppure il proprio dominio, venissero inclusi in una delle temibili BlackList pubbliche, liste tenute ed aggiornate da una serie di organizzazioni, più o meno rilevanti, che enumerano gli ip e i domini ad alto potenziale di spam.

Blacklist

Attualmente le blacklist pubblicamente disponibili, per cui quelle che danno accesso libero alle liste, sono diverse centinaia, ma quelle realmente utilizzate da grandi provider, e quindi in grado di avere un impatto significativo sulla deliverability, si contano sulle dita di una mano.

16 Giu 2016

Frontiere dell'advertising: i bounce pubblicitari

Chiunque si occupi, anche di striscio, di email marketing sa bene quale sia il ruolo fondamentale dei cosidetti "bounce" - ovvero i messaggi di "rimbalzo": tutte le volte che una email, accettata da un server per la consegna, incontra un errore, il server rimanda al sender un messaggio, che di solito descrive il problema incontrato, in maniera più o meno chiara e diretta.

Uno dei compiti fondamentali di un ESP serio è sicuramente quello di tenere traccia di tutti i bounce - siano hard (quelli considerati definitivi, come la non esistenza di una casella di posta), sia soft (temporanei, come una casella di posta piena) - e registrarli correttamente, prendendo le misure necessarie ad una costante pulizia del database indirizzi. È un lavoro molto impegnativo, perché, anche se esiste uno standard specifico per la costruzione di questi messaggi, molto spesso codici, formati e significati dei bounce dei vari provider non sono assolutamente standard, anche per non rendere "vita facile" a potenziali spammer, consentendo una pulizia indolore dei database illecitamente recuperati.

Better Bounce

Il bounce viene normalmente inviato all'indirizzo specificato nel return-path, ovvero all'indirizzo di ritorno segnalato dal sistema di invio come responsabile per la spedizione: inviando una email "normale" return path e mittente coincidono, mentre nel caso di invii massivi tramite ESP, oppure attraverso sistemi SMTP gateway avanzati, il return path è diverso dal mittente, per consentire al sistema il processing automatico dei messaggi d'errore.

Uno dei bounce più tipici è quello relativo alle email inviate a domini non esistenti o non più attivi: può capitare nel caso di indirizzi aziendali molto vecchi, oppure, più spesso, in caso di errori di digitazione, molto comuni per fornitori di free email.

A chi non è mai capitato di inviare una mail a @gmai.com invece che a @gmail.com?