21 Ago 2018

Il report 2017 del Garante per la Protezione de Dati Personali: telemarketing, spam e molto altro

Anche il 2017 è stato, per il Garante per la protezione dei Dati personali, un anno intenso.

Nell'annuale e davvero interessante report, uscito qualche settimana fa, il Garante fa il punto, quantitativo e qualitativo dell'attività 2017.

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Il report completo, unitamente al discorso di presentazione del presidente Antonello Soro, sono liberamente consultabili a questa pagina.

L'attività del Garante si fa sempre più vasta e articolata: le novità introdotte dal Regolamento Ue in materia di protezione dei dati personali in termini di diritti per le persone e responsabilità per imprese ed enti; la profilazione on line; i social media e lo scandalo Cambridge Analytica; i rischi della Rete e il cyberbullismo; la sicurezza cibernetica; i Big Data; l'uso delle tecnologie digitali nel mondo del lavoro; la trasparenza della Pa on line e le garanzie da assicurare ai cittadini; il fisco e la tutela della riservatezza dei contribuenti; il telemarketing; la lotta al riciclaggio; le intercettazioni e la protezione dei dati contenuti negli atti processuali; la tutela dei minori da parte dei media; l'uso delle app e le garanzie per gli utenti; i motori di ricerca e il diritto all’oblio; le fake news; i diritti dei consumatori; le grandi banche dati pubbliche; il mondo della scuola; le garanzie per il trasferimento dei dati negli Usa e l’accordo "Privacy Shield"; la sanità sono alcuni dei temi principali toccati in maniera piuttosto estesa dal Report.

Per quel che riguarda più specificatamente il mondo dell'email marketing, non ci sono grosse novità: ancora una volta il problema principale riguarda il trattamento illecito di dati personali; in uno dei casi presi in oggetto si fa specifico riferimento alla necessità di utilizzo di un sistema a confirmed opt-in per certificare ragionevolmente che l'utente (e non un altro al posto suo) abbia rilasciato il consenso.

Ancora una volta il problema principale è comunque rappresentato dal telemarketing selvaggio, con diversi provvedimenti nei confronti di operatori impegnati nelle proposte di servizi finanziari/forex e contratti energetici.

Nel rapporto 2017 viene ribadito, se mai ce ne fosse bisogno, che non è possibile utilizzare senza consenso numeri di telefono e/o email provenienti da fonti pubbliche (siti web/elenchi) per scopi diversi da quelli per cui sono stati pubblicati e che tale pratica si configura come trattamento illecito di dati personali.

I numeri del Garante

Il report riporta anche una sezione dedicata ai numeri: nel 2017 sono stati adottati 573 provvedimenti collegiali, inoltre l’Autorità ha fornito riscontro a circa 6.000 reclami e segnalazioni con specifico riferimento ai seguenti settori: marketing telefonico (in costante aumento); credito al consumo; videosorveglianza; concessionari di pubblico servizio; recupero crediti; settore bancario e finanziario; assicurazioni; lavoro; giornalismo; enti locali; sanità e servizi di assistenza sociale.

Le comunicazioni di notizie di reato all’autorità giudiziaria sono state 41, in particolare per mancata adozione di misure minime di sicurezza a protezione dei dati e trattamento illecito, si tratta dunque di situazioni piuttosto particolari e meritevoli di approfondimenti in sede giuridica.

Le violazioni amministrative contestate nel 2017 sono state 589, in larghissima parte concernenti il trattamento di dati senza consenso, la diffusione di dati su internet da parte della P.a., il telemarketing, seguite dall’omessa o inadeguata informativa agli utenti sul trattamento dei loro dati personali, dalla mancata adozione di misure di sicurezza e dall'omessa esibizione di documenti al Garante.

Le sanzioni amministrative riscosse ammontano a circa 3 milioni 800 mila euro, pari ad un complessivo 15% in più rispetto al 2016.

Le ispezioni

Sono state effettuate 275 ispezioni. Gli accertamenti, svolti anche con il contributo delle Unità Speciali della Guardia di finanza, Nucleo speciale privacy, hanno riguardato numerosi e delicati settori, sia nell'ambito pubblico che privato.

Per quanto riguarda il settore privato le ispezioni si sono rivolte principalmente ai trattamenti di dati effettuati da società operanti nella "sharing economy", da imprese di vendita a domicilio, da società che operano nel settore dell'intermediazione creditizia o nel recupero crediti, da società di selezione del personale o che offrono servizi di informazioni commerciali o svolgono attività di telemarketing (in particolare di quelle situate in Albania).

Il 2018, un anno di svolta

Il report ovviamente ci racconta di una attività consolidata, accanto alla quale è stato fatto un cospicuo lavoro di adeguamento e formazione in vista del GDPR.

Sappiamo che attualmente il decreto di "armonizzazione" dell'attuale legge italiana sulla Privacy con il GDPR è ancora in fase di bozza: recentemente il governo ha espresso una valutazione positiva sull'impianto globale, ma ha anche chiesto numerosi interventi.

A chiusura del documento di commento alla bozza, il governo ha anche richiesto al Garante un periodo di almeno 8 mesi, dopo l'approvazione del decreto, in cui non siano irrogate sanzioni alle imprese, ma si dispongano solo ammonimenti o prescrizioni di adeguamento alla nuova disciplina.

Sicuramente il prossimo report, quello 2018, sarà drasticamente diverso da quello di quest'anno.

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