30 Mag 2017

Trump e l'email marketing per la raccolta fondi

La campagna elettorale USA è sempre una macchina affascinante e, a partire dalla prima elezione di Obama, la rete ne è diventata protagonista assoluta, capace di variare equilibri consolidati e spazzare via previsioni date per certe. La quantità di denaro messo in campo dai due partiti maggiori è tale da giustificare la nascita di aziende e startup: la competizione serrata e i tempi stretti sono sicuramente terreno fertile per idee nuove e spregiudicate. In particolare in questo ultimo turno presidenziale sembra che le email siano state le vere protagoniste, sia dal punto di vista sicurezza (ricordiamo lo scandalo delle email di Hillary Clinton), sia da quello strettamente marketing.

Per muovere una grande macchina elettorale è necessario raccogliere molti soldi: il fundraising rappresenta una parte fondamentale nella campagna elettorale.

Gli approcci online di Democratici e Repubblicani sono stati nettamente diversi.

Elezioni

I Democratici si sono infatti affidati principalmente all'advertising online classico, display, mentre il Republican National Committee si è pesantemente affidato ad una pratica che spesso abbiamo demonizzato: l'acquisto e il noleggio di liste email da "spammare" chiedendo appunto il sostegno economico al candidato.

Dati alla mano pare che il RNC abbia speso ben 27 Milioni di dollari in indirizzi email, ottenuti gran parte da una "piccola" start up nata nel 2012, ConservativeConnector.com, la cui mission, davvero esplicita, è

"CONSERVATIVE ONLINE ACTIVISTS - DELIVERED."

12 Mag 2017

App e plugin che spiano la nostra posta (e rivendono i dati)

Nelle ultime settimane ha destato parecchio scalpore - specie negli Stati Uniti - la vicenda che ha visto come protagonisti Uber e il servizio di disiscrizione automatica Unroll.me.

Cos'è successo di preciso? Il 23 aprile 2017 è uscito sul New York Times un esteso dossier sulle attività "border-line" di Uber, dossier che scandagliava e identificava il modus operandi del CEO di Uber Travis Kalanick.

Nell'articolo veniva dichiarato apertamente che il servizio di intelligence interna di Uber ha comprato dati relativi all'attività del proprio concorrente Lyft da Slice Intelligence, che, interrogata a tal proposito dal giornalista, ha confermato la cosa.

Privacy

Il grande pubblico ha scoperto così che Slice, attraverso l'applicazione Unroll.me, servizio gratuito che si occupa di "ripulire" la vostra casella di posta da iscrizioni non gradite a newsletter et similia, utilizza l'accesso garantito alla stessa casella per ottenere quante più informazioni possibile, da impacchettare e rivendere poi al migliore offerente.

Unroll.me è un servizio molto utilizzato negli Stati Uniti (considerate che la legge statunitense in materia di invii commerciali - il CAN-SPAM - consente l'invio senza consenso, a patto che ci sia la possibilità di disiscrizione) e dunque questa scoperta ha suscitato una certa indignazione.

È ovvio che a nessuno faccia piacere scoprire che la propria casella email sia oggetto di analisi approfondita da parte di intelligenze artificiali alla ricerca di ricevute, conferme d'ordine e quant'altro, e che questi dati siano poi conservati ed utilizzati - anonimamente, ma non solo in maniera aggregata, anche puntuale - come base dati di intelligence commerciale.

Aldilà del fastidio, la pratica adottata da Unroll.me/Slice è legale?